Storia della Pinsa: tra mito e leggenda, vi sveliamo la verità!

Molto spesso una leggenda è più affascinante della verità e capita che si finisca per credere ad un racconto di pura fantasia piuttosto che alla storia che ci si mostra proprio sotto il naso, chiara e cristallina. E se a raccontare la leggenda all’inizio è stato proprio uno dei protagonisti della storia vera… beh, a quel punto è davvero facile cadere nell’equivoco.

Ecco come è nata la leggenda della Pinsa Romana, che ha nascosto a lungo la storia delle origini di questa pietanza. Noi oggi vogliamo svelarvi tutta la verità, partendo dal farvi un nome: Corrado Di Marco.

La Pinsa Romana: un fenomeno mondiale

Negli ultimi 10 anni si è vista una crescita esponenziale della fama della pinsa romana: oggi si contano più di 5000 pinserie in tutto il mondo che hanno conquistato palati di diversa nazionalità e cultura. A portare in alto la bandiera italiana della pinsa è l’azienda Di Marco, produttrice di quello speciale mix di farine che è oggi segreto industriale.

Sempre per merito di questa azienda è nata l’Associazione Originale Pinsa Romana che si occupa di tutelare la ricetta originale della Pinsa e il lavoro dei pinsaioli.

Le Pinserie sostengono l’esame del controllo di qualità da parte dell’associazione: in caso di esito positivo vengono certificate entrando a far parte di una ristretta cerchia di attività che realizzano la Pinsa come da protocollo.

Di Marco, la famiglia dietro la leggenda della Pinsa Romana

La famiglia Di Marco, proprietaria dell’omonima azienda, custodisce da 20 anni il segreto del mito della pinsa romana: nel 2001 Corrado Di Marco, il fondatore dell’azienda, capostipite della famiglia, dopo numerosi esperimenti di lievitazioni e miscele, scoprì il giusto mix per la ricetta della base che oggi compone la pinsa romana.

Un mix che rende la pinsa diversa dalla sua cugina pizza non solo nella forma, ma nella sostanza: farina di soia, farina di frumento, farina di riso e lievito madre miscelati nelle giuste parti creano un impasto ad alta idratazione, che assume un profumo fragrante una volta sfornato e che resta leggero e facile da digerire.

Il signor Corrado aveva appreso questa tecnica di miscela dopo svariati tentativi: si dice che già in adolescenza, appassionato della panificazione quanto di chimica, avesse sperimentato ben 2000 ceppi diversi di fermentazione!

Per rendere però la pinsa romana un prodotto interessante sul mercato, in un momento storico dove il settore delle pizzerie aveva bisogno di novità, l’azienda Di Marco sperimentò un vero e proprio storytelling intorno alle origini della pinsa.

In primis, c’era la scelta del nome: il termine Pinsa deriva dal latino “pinsere”, che significa allungare o schiacciare.Un nome perfetto per ricordare la forma allungata a ovale che assume l’impasto una volta steso.

A quel punto era facile raccontare anche che la ricetta moderna della pinsa prendeva ispirazione da quella di un’antica focaccia risalente al periodo degli Etruschi e che questa ricetta si fosse tramandata nei secoli fino ai giorni nostri. Ma, come abbiam detto già, la ricetta della pinsa romana è frutto di un’intuizione della famiglia Di Marco ed è ben cosa diversa da quella che presumibilmente cucinavano gli etruschi o gli antichi romani.

Oggi l’azienda Di Marco elabora diversi tipi di farine e miscele per pinse, pizze tonde romane e pizza in teglia romana: dietro ci sono anni di esperienza artigianale e di laboratorio, che garantiscono ai pizzaioli di tutto il mondo di ottenere sempre un risultato perfetto con i prodotti Di Marco, salvaguardando così la tradizione della cucina italiana.

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